Conoscete il Maneki Neko? È uno dei simboli del Giappone e rappresenta un gatto dall’aspetto sorridente con una zampa alzata che sembra chiedere a chi lo osserva di avvicinarsi. Un porta fortuna tanto popolare tra i giapponesi quanto tra gli stranieri, è ormai conosciuto in tutto il mondo. Ma qual è la sua storia? Dove ha origine la sua leggenda? Scopriamolo insieme.

Maneki Neko: le origini

Letteralmente maneki neko (招き猫) significa “gatto che chiama”, o meglio ancora “gatto che chiama (o invita) con un cenno”. La zampina alzata delle statuine del gatto portafortuna è infatti un cenno, un invito, un richiamo.

La nascita della figura del Maneki Neko è, come spesso accade, incerta, ma sappiamo – grazie ad alcuni reperti ritrovati – che fosse già presente nel periodo Edo (che va dal 1603 al 1868).

Secondo la tradizione le diverse zampe alzate avrebbero significati diversi: la zampa sinistra incoraggia i clienti a entrare in negozio, mentre la zampa destra serve a portare prosperità e buona sorte.

Maneki Neko: la storia

Il significato del maneki neko è legato principalmente a due leggende.

Secondo una prima leggenda, nel XVII secolo a Tokyo c’era un tempio fatiscente e in rovina. Il sacerdote era povero, ma condivideva quel poco cibo che aveva con il suo gatto Tama. Un giorno, nel 1633, un uomo ricco e importante era a caccia in quella zona, ma fu sorpreso da un forte temporale. Mentre aspettava sotto un albero la fine della tempesta, notò un gatto che sembrava gli facesse cenno di entrare nel tempio. Fu talmente incuriosito dal gesto che si avvicinò al gatto per osservarlo meglio e in quel momento un fulmine colpì l’albero sotto cui si era riparato. Il gatto gli salvò la vita e quell’uomo ricco e potente divenne amico del sacerdote che nonostante la povertà si era preso cura del gatto. Da allora il tempio divenne ricco e gatto e sacerdote non patirono più la fame.

La seconda leggenda, invece, è ambientata a Imado, un’area di Tokyo dove all’epoca c’erano molti produttori di oggetti in ceramica. Un’anziana signora così povera da non poter più nutrire il suo gatto fu costretta a cacciarlo via. Quella notte il suo gatto le apparve in sogno e le disse che se avesse realizzato statuine con la sua immagine avrebbe trovato fortuna. La donna seguì il suggerimento e fece realizzare diverse statuine in ceramica e andò a venderle all’ingresso del santuario di Imado. I gattini in ceramica (con la forma del maneki neko) divennero presto popolari e l’anziana signora non conobbe più la povertà.

Conoscevate la storia del Menki Neko? Ne avete uno anche voi in casa?